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GIUSEPPE VIVIANI / CANTI DI POVERTÀ – litografie, acqueforti e xilografie dalla raccolta Carlo Pepi

Monticchiello, Museo Tepotratos
Inaugurazione domenica 20 marzo ore 16.30
Fino a domenica 1 maggio

Informazioni: 0578 75 51 18 / info@teatropovero.it

CANTI DI POVERTÀ
Canti di povertà è un ciclo di mostre che vede la collaborazione tra il Museo Tepotratos, la Casa Museo Carlo Pepi di Crespina e il Teatro Povero di Monticchiello.
Il ciclo è dedicato a grandi artisti toscani del Novecento , artisti la cui opera ha preso ispirazione dai temi della marginalità e della povertà, intesa in senso esistenziale prima ancora che sociale ed economico.
Una ‘ricca’ povertà, in realtà, piena di ispirazione e in grado di divenire metafora universale della condizione umana.
Gli artisti scelti e la selezione delle opere privilegiano poi le tecniche di incisione: una grande tradizione di artigianato e stampa d’arte che accompagna questi artisti, alla quale abbiamo dedicato nel 2013 una mostra introduttiva grazie alla collaborazione con la prestigiosa stamperia d’arte grafica di Firenze Il Bisonte.
GIUSEPPE VIVIANI
Viviani (1898 – 1965) nasce ad Agnano in provincia di Pisa il 18 dicembre 1898. Pittore e soprattutto incisore di grande talento, Viviani raggiunse la fama soltanto nel secondo dopoguerra: era il 1948 quando gli fu assegnata la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, cattedra che era già stata ricoperta da Giovanni Fattori.
La vita di Viviani non fu affatto facile: perse infatti il padre all’età di due anni e dovette trasferirsi insieme alla madre presso il nonno, un ortopedico che fabbricava arti finti; oggetti, questi ultimi, che devono essersi impressi nella memoria dell’artista bambino, tanto che poi li inserì in molte sue opere.
Fino alla seconda guerra mondiale svolse numerosi lavori senza mai però abbandonare la sua attività artistica. Ma è proprio dopo l’assegnazione della cattedra all’Accademia di Belle Arti che la fama di Viviani, già cinquantenne, finalmente crebbe e le sue opere raggiunsero quotazioni decisamente alte.
Oggi le opere di Giuseppe Viviani sono sparse in tutta Italia e in molti musei del mondo: da Monaco di Baviera a New York, Stoccolma, Vienna, Zurigo, Mosca. Molte sono state le personali tenute nel corso della vita dall’artista, sia in Italia che all’estero.
L’OPERA
La semplicità per Viviani è l’essenza della vita; una vita malinconica e difficile, rispecchiata dalla solitudine ‘mistica’ che emerge da molte delle sue opere: un tavolo, un ciclista che vaga solitario per le strade di campagna o un fiore con fattezze umane, tutti soggetti semplici e isolati che nobilitano il quotidiano e lo trasportano in una dimensione poetica.
Gli oggetti nelle opere di Viviani parlano e intrecciano un sottile e nascosto dialogo con l’osservatore, lo costringono a riflettere sulla condizione dell’essere umano e la sua solitudine, come nella litografia Il naufrago, o nel malinconico Autoritratto con fiore.
Lo sguardo attento e vivo dell’artista si riflette in quegli enormi occhi sgranati che caratterizzano i personaggi delle sue opere: siano fiori, cani o uomini, tutti contemplano la vita con espressione quasi disarmata, a tratti infantile; come lo sguardo di un bambino di fronte a qualcosa che fa paura o che non conosce, ma da cui è inspiegabilmente attratto.
Lontana dai linguaggi delle avanguardie come dalla retorica dell’accademia, l’arte di Viviani ha tracciato un suo percorso delicato e ironico, sottile e dotato di grande personalità.

Fonte: http://teatropovero.it/spettacoli-teatro-povero/mostra-viviani/